Less is more
Vico Magistretti diceva “Io ho cominciato a fare il design perché avevo bisogno di oggetti per la mia casa,” .
“Mi interessa non dimenticare la storia,” spiega l’architetto, “ridisegnare eccellenti modelli tradizionali per non lasciarli morire come specie in via di estinzione. Modificati per le nostre esigenze riportano nel presente un ricordo che altrimenti si perderebbe.”
Affermazioni che discendono da una volontà innanzitutto pratica.
Il recupero della tradizione è una delle sue ossessioni. Il primo esperimento in questo senso è quello della sedia Carimate, pensata nel 1960 per arredare il Golf club da lui progettato, che rievoca la semplicità delle rustiche sedie di campagna, ma diventa incredibilmente moderna con la sua laccatura in rosso, il colore preferito di Magistretti, che lo sceglie per alcuni degli edifici che progetta
Avere il coraggio e la forza di uscire al gregge non è scontato, così come non lo è rompere schemi già decisi e imposti come irreversibili. Quando la fiducia in se stessi prevale sul timore della sconfitta, essere voci fuori dal coro diventa a volte un’occasione per lasciare un segno nella storia.
“La semplicità è quasi sempre bellezza sia nelle arti, sia nello stile, sia nel portamento, negli abiti” scrive Giacomo Leopardi nello Zibaldone di pensieri, mettendo bianco su nero un sentimento di apprezzamento comune verso uno stile poco estroso. Addirittura essenziale. E precedendo di molti anni un tema di cui la moda ha dibattuto e dibatte tutt’oggi a colpi di minimalismo e altre definizioni attinenti.
Il Valentino di Pierpaolo Piccioli indaga come valorizzare la struttura degli abiti, che non significa pensare in maniera meno creativa, anzi. L’indagine prosegue su come sfruttare un solo colore oppure accostamenti di tinte unite inusuali.
“Less is more” (per scomodare l’architetto e interior designer Ludwig Mies van der Rohe) e chiarisce le idee sulle origini della semplicità come verità assoluta.
Eppure il pubblico della moda, quello composto da addetti ai mestieri, studenti, amatori e schieramenti di fan tra un direttore creativo e un altro, sembra non accogliere con calore la semplicità e tutto ciò che ne deriva nel fashion.