The wedding dress
La prima testimonianza occidentale di un abito da sposa bianco risale al 1406 apparteneva alla principessa Filippa, figlia di Enrico IV d’Inghilterra.
Ma e’ nel 10 febbraio 1840 il primo vero abito da sposa bianco della storia, quando la regina Vittoria d’Inghilterra sposa il principe Alberto di Sassonia con corona di mughetto portafortuna e gli immancabili gioielli .
Vittoria apre dunque le porte al matrimonio moderno..
A prescindere dalla classe sociale, le spose si vestivano al meglio delle loro possibilità e in genere le meno abbienti tendevano a copiare, anche se con tessuti meno pregiati, gli abiti delle spose più ricche. Il vestito da sposa è stato quindi sempre visto come l’abito per eccellenza nel quale investire il massimo.
Prima che l’avvento del Cristianesimo trasformasse il matrimonio in un rito cristiano, l’unione tra due persone rappresentava soprattutto un contratto stipulato tra le famiglie. Questo elemento accomuna l’antico Egitto, alla Grecia e Roma. L’unione tra due famiglie richiedeva una dimostrazione di statussoprattutto nelle classi più agiate.
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La fine degli ‘60 preannuncia ciò che troverà la sua piena espressione comunicativa nel decennio successivo: le donne sono più libere, disinvolte, meno vincolate dei diktat della tradizione
Negli anni ‘70 addirittura l’abito da sposa tradizionale cade quasi in disuso.
Adesso e’ tutto un elogio all’esistenza in solitaria eppure il mito del corteggiamento dell’anello è dell’abito da sposa resiste . Come se in un’epoca di incertezze andassimo alla ricerca di un punto fermo e di un momento indimenticabile da protagonista.
Strano pensare che in un’epoca di nuovo femminismo sia la voglia di appartenenza a prevaricare sul desiderio di indipendenza.
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